Pakistan: guerriglia totale!
15 ottobre 2009 – Pakistan
Il Pakistan cammina in equilibrio su una fune sopra un abisso di violenza e fondamentalismo. L’instabilità regna sovrana; le frontiere sono un colabrodo, da cui talebani, fondamentalisti, signori della guerra passano indisturbati trasportando i loro strumenti di morte; dentro il territorio pakistano ormai gli attacchi arrivano da tutte le parti. Nell’ultima settimana gli attacchi terroristici sono stati 5, con un devastante numero di morti e feriti. Il 5 ottobre un kamikaze si è fatto esplodere a Islamabad prendendo come bersaglio la sede della Fao e uccidendo 5 persone (ferendone 4). Il 9 ottobre un’autobomba è esplosa nel cuore di un affollatissimo mercato, il Khyber Bazaar a Peshawar, causando 49 morti e più di 100 feriti.
Per darvi un’idea del disastro creato e della ferocia degli attentatori, la bomba conteneva 100 kg di tritolo, più una grossa quantità di proiettili di pistola, utili a ottenere il massimo numero di vittime possibili tra civili, donne e bambini compresi. Il 10 ottobre un gruppo di jihadisti, indossando delle divise regolari di soldati pakistani, sono entrati nel quartier generale dell’esercito a Rawalpindi, appena fuori Islamabad: una volta all’interno hanno scatenato l’inferno, lanciando granate, sparando a vista, uccidendo e facendo ostaggi, prima che le truppe d’assalto dell’esercito pakistano riuscissero a riprendere il controllo della base. Mente di questo attacco è un ex-soldato dell’esercito, ora disertore, già complice nel disastroso attentato del settembre 2008 al Marriot (una vera strage, decine e decine di morti). Il 12 ottobre un attentatore suicida si è scagliato contro un convoglio militare a Shangla, uccidendo 41 persone. Oggi, nella città nord-occidentale di Kohat, 8 persone sono rimaste uccise in un attentato contro una stazione di polizia. Ma non è finita, perché poco più tardi a Lahore, quindi dall’altra parte del paese, al confine con l’India, alcuni gruppi di estremisti islamici hanno preso d'assalto con attacchi abilmente coordinati tre centri delle forze di sicurezza. Il numero di morti non si conosce ancora, per il semplice fatto che gli scontri sono ancora in corso.
Il paese è costellato di madrasse, cioè scuole coraniche che istruiscono i giovani e i meno giovani; nel regione del Punjab, teatro di continui attacchi, molte di queste madrasse sono diventate centri nevralgici per il reclutamento di terroristi. I servizi segreti pakistani, negli anni ’80, hanno creato o favorito la creazione di queste scuole per procedere a una graduale ma inarrestabile islamizzazione della zona. I politici hanno da sempre offerto appoggio e favori alle organizzazioni fondamentaliste in cambio di voti. Ora, madrasse e fondamentalisti presentano il conto e a pagare sono i civili. Se si considera che i 3,6 milioni di cristiani pakistani sono visti come degli infedeli da cacciare o uccidere e che sta crescendo esponenzialmente il numero di attacchi nei loro confronti, si può capire che razza di situazione stiano vivendo i credenti in questo paese.
No hay comentarios:
Publicar un comentario